Arte - Il caleidoscopio,  Cultura - Il viaggio dell'Eremita

Impressioni di artista: Jago al Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi

Ci sono momenti che, nella loro semplicità, restano scolpiti nella nostra memoria. Sono attimi in grado di rigenerare lo spirito e infondere nuova forza. È quello che ho provato incontrando Jago, l’eclettico artista che sta riscuotendo grande consenso di pubblico e di critica, nella suggestiva cornice del Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, tornato a splendere grazie anche al lavoro solerte dell’Associazione ParteNeapolis. Jago è famoso soprattutto per “Look-down”, l’opera di Piazza del Plebiscito che raffigura un bambino con gli occhi stanchi, incatenato, in una condizione di regressione, che è al contempo culla e trappola per uccelli, simbolo della condizione universale di tutte le anime sofferenti, dei poveri, degli oppressi e degli emarginati.

Jago è rimasto un ragazzo semplice con quell’incanto e quella luce negli occhi che è tipica di chi sogna e di chi non si sente mai arrivato. Mi ha lasciato la sensazione di una persona bella, come avrebbe scritto Italo Calvino e di un sognatore, per l’appunto, tenace. È proprio quello che ci siamo detti ed è bastato uno sguardo per capirci. Confesso che conoscevo poco il percorso artistico di Jago. Certo, ero consapevole di avere di fronte il famoso artista di “Look-down”, ma ignoravo i suoi esordi difficili, la sua forza di volontà, una confessione che ho reso pubblica in uno slancio di eroico furore o forse perché la persona che avevo davanti mi ispirava fiducia e dolcezza. E’ nata una risata, come quella che potrebbe scoppiare all’improvviso fra due amici, e uno scambio di battute. E’ emersa così, in questo breve incontro, l’immagine genuina di un ragazzo gentile, empatico, semplice e sempre disponibile.

La forza dei sogni come antidoto ad un mondo che ti bolla e ti etichetta senza pietà, è il filo conduttore delle sue opere. Ho visto un po’ di me in questo ragazzo capace di non arrendersi. E nel suo sguardo che immagina e ri-costruisce, ho colto la vera essenza dei suoi lavori e di chi accetta la lezione di un passato irripetibile con serenità e rispetto, senza rimpianti, guardando con speranza ai giorni che verranno, con la voglia di sperimentare e inventare una nuova storia. Ci sono riferimenti michelangioleschi nelle sue due opere esposte nella Chiesa, “Reliquia” e “Muscolo minerale”. C’è il desiderio di omaggiare le proprie origini, i propri inizi, e di rendere grazie per il dono, sacro, che si ha avuto in sorte, nella prima opera, e la volontà, che poi è quasi una necessità, di trovare un’anima in ogni cosa, persino in un sasso “incontrato” casualmente (e non ci allontaniamo mai dal Destino!) nei pressi di una fonte, che richiama la forma di un cuore, magari magico, nella seconda opera (la mia preferita).

“Reliquia”

“Muscolo minerale”

“Muscolo minerale” in particolar modo, suggerisce anche il ruolo dell’arte come gioco interattivo, come vincolo superbo che lega l’artista al suo pubblico. Ecco la funzione sociale e filosofica dell‘Arte, il solo Bene in grado di aprire le porte del nostro cuore e di liberare l’anima dalle sue infinite gabbie.

Come sottolineato dal Presidente del Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate, don Salvatore Fratellanza, l’esposizione di queste opere rappresenta un evento di grande risonanza mediatica e culturale, che inaugura una stagione di ripresa e di nuovi entusiasmanti progetti. Proprio quello di cui abbiamo bisogno.

Un’occasione per riscoprire un tesoro quasi nascosto del centro storico, il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, scrigno che coniuga felicemente arte locale e fiorentina, la lezione di Donatello, la maniera del Vasari e il capriccio barocco. Un progetto, questo della valorizzazione della Chiesa, portato avanti con slancio dall’Associazione ParteNeapolis, la cooperativa sociale nata nel lontano 2000 e che gestisce i servizi museali del complesso e il centro polifunzionale Òikos Torre del Greco.

Come ha sottolineato la vicepresidente della cooperativa, la Dottoressa Ambra Giglio, durante l’anteprima del 19 giugno, l’arte di Jago sintetizza l’obiettivo principale di ParteNeapolis:  veicolare il concetto di un’arte inclusiva, medium in grado di unire e di costruire ponti, sociali e generazionali. Sono allo studio, ad esempio, laboratori e percorsi ad hoc per i più piccoli, per avvicinarli all’incanto che solo la storia dell’arte può trasmettere.

Perfetta la macchina organizzativa, anche grazie al lavoro sempre rigoroso dell’Ufficio Stampa, la Dottoressa Emma di Lorenzo, e al supporto dellʼazienda Mag, broker di assicurazione.

Per questo è un vanto poter esporre in una location dal valore così simbolico le opere scultoree di Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, classe 1987.

Innovatore, genio sempre in movimento, capace di utilizzare il mondo dei social in modo intelligente, Jago non si è mai venduto al business e ha portato avanti con forza i propri ideali e la propria passione.

Consiglio la visita al Complesso e di seguire questo ragazzo partito da Frosinone e che ha conquistato il mondo. Senza perdere mai sé stesso.

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Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia, sono giornalista pubblicista dal 2012. Ho da sempre una passione smodata per l'arte, la letteratura, i fumetti, il Sol Levante e per i voli pindarici. Mi definisco una sognatrice razionale.