Arte - Il caleidoscopio

Vedere oltre: la chiaroveggenza di Magritte

Appunti della funambolica storica dell’arte sospettosa, sulle note di Vivaldi

Il tempo è un’illusione.
(Albert Einstein)

Marzo 2021

La primavera è finalmente arrivata.

E sembra quasi un messaggio in questo tempo confuso. Da qualche parte, malgrado la temperatura ancora pungente, una finestra è stata lasciata aperta.

La voglia di far entrare il nuovo prevale su tutto, persino sulle temperature ancora basse.

 Qualcuno sta respirando a pieni polmoni l’aria frizzantina di marzo.

Forse un pianista, perché d’un tratto, si diffondono le note della capricciosa ʻʻ’Stravaganzaʼʼ, la splendida raccolta di concerti di Vivaldi.

 É il concerto no. 2 che incita questi timidi raggi di sole a farsi spazio tra due grosse nuvole imbronciate in cielo, che vuole spingere, divertito, signore dai morbidi cappotti rossi e uomini dal fascino un po’ retrò sempre di fretta, verso sentieri inesplorati.

Li vedo anche dalla mia finestra, questi estranei, apparentemente lontani. Si fermano, si scambiano un sorriso, una battuta.

Forse è lʼinizio di una nuova avventura. Chi può dirlo.

É il brivido delle cose che arrivano all’ʼimprovviso e cambiano le regole del gioco. E d’un tratto, anche nella mia stanza accade qualcosa.

Il vento malandrino muove le pagine di un vecchio libro, rimasto per tanti mesi aperto sulla mia scrivania.

É un libro che descrive un mondo magico.

E poi un altro e un altro ancora…

Sembra essere animato di vita propria. Ora, ad esempio, mi guida verso di lui, vuole sussurrarmi qualcosa.

Vuole parlarmi del Tempo, il grande generale che avanzava verso di noi come un nemico a cui dobbiamo, pur tuttavia, rispetto.

Gli Antichi (che testa!) ci hanno insegnato che il tempo è circolare e segna la continua morte e rinascita dell’universo in un ordine immutabile, costituito dallʼineluttabilità del Destino.

Successivamente e per molti secoli, la nozione comune di “tempo” –  come entità assoluta prevedeva invece uno sviluppo unidirezionale, in modo da stabilire inequivocabilmente la distinzione fra passato, presente e futuro.

Le teorie di Albert Einstein superano questa concezione.

 Egli sosteneva che il tempo fosse una variabile indipendente sia dal moto che dal campo gravitazionale in cui si trova ogni osservatore.

Secondo questa visione, non esiste più un solo tempo valido, ma molteplici opzioni tutte ugualmente valide.

Per dirla con le stesse parole del grande fisico: “La distinzione tra presente, passato e futuro è solo un’illusione ostinatamente persistente”. …

Anche il Tempo è dunque unʼ illusione. Come lʼarte.

E pur tuttavia, in questo prestigio passa la Storia. E passano le Storie.

Anche la nostra.

Ecco lʼ’ immagine sospinta dal vento malfattore!

 Magritte, novello Stregone, mi guarda per un istante, che è solo nella mia testa ma non per questo meno reale, e sorride. Poi, torna al suo lavoro.

Anche lui come la bella dama di John William Waterhouse (ʻʻThe Crystal Ballʼʼ), è impegnato in un rituale a suo modo proibito e periglioso[1].

ʻʻClairvoyanceʼʼ  è un autoritratto di del 1936 di Magritte.

Il pittore osserva, sopra un tavolo, un uovo, ma la mano tratteggia già la trasformazione che verrà: un uccello, adulto, nero, con le ali spiegate verso un futuro incerto, imprevedibile. E proprio per questo degno di essere bramato, immaginato e reinventato sino all’ultimo istante.

In questo quadro, il concetto della chiaroveggenza, si presenta come la capacità dellʼ’ artista di vedere oltre, di scoprire il destino ultimo delle cose.

Solo l’arte – scriverà Magritte – riesce a dire qualcosa del Mistero.

Ho sempre sentito unʼaffinità elettiva nei confronti del pittore belga.

Ci accomunano molti elementi. E unʼ’ ossessione.

Ed entrambi sappiamo bene che l’artista è un mentitore e un demiurgo, è dentro e fuori le cose. Cammina con passo sicuro, malgrado lʼ’incedere delle tempeste e del buio, seguendo, come un bravo capitano, la rotta tracciata nel cielo dal centauro infingardo, il Sagittario, che già si rivolge ai giorni che verranno, inseguendo il sogno di unʼ’ eterna primavera che può esistere solo nelle regioni più intime del nostro cuore, dove passato e futuro giocano la partita a scacchi senza fine. 

E nello spazio del sogno, troviamo la chiave di volta che regge la struttura caotica del nostro castello e ne permette la sopravvivenza.

Così, la ʻʻʻchiaroveggenzaʼʼ di Magritte mi ricorda che ogni inizio parla ugualmente ai giorni che verranno e a quelli che sono stati.

E non cʼè storia che possa iniziare senza la formula magica in grado di aprire porte e portali.

C’era volta.

E cʼ’ ancora.

Una dama. Un re. Animali in corsa. Un mago. Uno stregone.

Il grande gioco della Vita e della Morte.

E uomini che rubano uno scrigno prezioso, condannati a una fuga perenne sotto un cielo stellato che resta insondabile.


[1] Ho sempre amatoʻʻThe Crystal Ballʼ, quadro del 1904 di John William Waterhouse, un raffinato pittore tardo-preraffaellita. Nel dipinto in questione compare una bella fattucchiera vestita di rosso alle prese con un oscuro incantesimo. L’opera ha ispirato uno dei racconti presenti nella mia prima antologia ʻʻRegine di Cuori e Inganni d’Autunnoʼ, edita da Turisa Editrice, la cui copertina omaggia doverosamente questa suggestiva tela.

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Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia, sono giornalista pubblicista dal 2012. Ho da sempre una passione smodata per l'arte, la letteratura, i fumetti, il Sol Levante e per i voli pindarici. Mi definisco una sognatrice razionale.