I racconti della kokeshi blu

L’incontro

Un racconto di Pino Zecca

Passione, sensualità, eros soffuso…

I colori della notte. E quelli del giorno

Sogni a occhi aperti e fantasie al volgere della sera

Per i racconti della kokeshi blu, EleArt ospita…

L’INCONTRO

di Pino Zecca

Scuote l’anima mia Eros

come vento sul monte

che irrompe entro le querce

e scioglie le membra e le agita

dolce  amaro

indomabile serpente.

Saffo, VII sec a.C.

A Napoli, a piazza Vanvitelli, in uno dei quattro edifici storici che fanno da cornice alla piazza, da diversi anni ha sede la Fondazione Athena, diretta emanazione della sede principale che è a Milano. 

Qui si svolgono, a beneficio dei numerosi soci affiliati, corsi e lezioni che abbracciano tutti i campi della cultura e del sapere: letteratura, poesia, musica, ballo, teatro, storia classica e contemporanea, lingue, pittura, psicologia, medicina, ambiente, non tralasciando lezioni e intrattenimento per la casa e il tempo libero come cucina, enologia, bricolage, giochi di carte.

In più, vengono organizzati eventi culturali: presentazioni di libri, incontri con esperti in materie varie, mostre e momenti di beneficenza.

I soci, a scelta, possono beneficiare di una o più di queste attività.

L’anno sociale comincia generalmente a ottobre per concludersi a maggio.

Ogni anno viene poi organizzato un saggio finale presso un teatro, dove ogni docente prepara e mette in scena, con i suoi allievi, dei brani di teatro, musica, ballo o letteratura.

L’età media dei docenti e degli allievi non è certo bassa, tranne qualche caso.

Gli insegnanti sono quasi tutti pensionati e trovano presso la fondazione il modo di continuare, in modo del tutto volontario, la loro attività, ma ci sono delle eccezioni: dei docenti più giovani che non avendo particolari problemi economici si sono potuti dedicare, solo per passione, a insegnare la loro materia.

Come Barbara e Francesca.

Questa è la storia di un incontro, per certi versi molto particolare.

I protagonisti, in particolare uno, si ritrovano a vivere, tra realtà e fantasia, una situazione del tutto inaspettata.

O giù di lì.

Barbara

Quarantacinquenne, insegna Storia dell’Arte.

Fisico longilineo, asciutto, bruna con taglio corto dei capelli, occhi neri, sguardo profondo e accattivante, portamento, per certi versi, androgino.

Tiene molto alla cura del suo fisico che mantiene agile e in forma in palestra.

Si diletta a dipingere con discreto talento ed è riuscita a collocare in alcune gallerie d’arte i suoi quadri.

 Soggetti preferiti: nudi di uomini e donne.

Dipinge affidandosi alla sua immaginazione e alla capacità di trasmigrare nel soggetto la sua anima e la sua concezione di bellezza.

Vive con la madre settantacinquenne.

Quando ha il bisogno di prendersi le sue libertà, chiama una signora che le tiene compagnia.

Non si è mai sposata pur avendo avuto diverse storie che il suo carattere passionale ha incoraggiato e, nello stesso tempo, portato alla conclusione.

Da queste esperienze il suo giudizio sugli uomini è stato eloquente e lapidario: immaturi, superficiali, inaffidabili.

Francesca

Cinquantenne, insegna Letteratura classica.

 Conserva i tratti fisici di una donna che in età più giovane è stata bellissima, ma che  l’età matura  rende ancora più attraente.

I lunghi capelli castani e gli occhi verdi rendono il suo aspetto ancora irresistibile.

Si è sposata giovanissima con un docente universitario di medicina da cui ha divorziato dopo dieci anni vissuti tra le luci e le ombre di una convivenza inquieta e compromessa dal tradimento del marito.

Le ha lasciato una figlia e… un bellissimo appartamento panoramico in via Tito Angelini, a due passi da Castel Sant’Elmo e da San Martino.

La figlia, laureata in Architettura, vive e lavora a Londra e lei ora vive tranquillamente la sua vita, in beata solitudine o quasi…

Massimo

Cinquant’ anni, bel portamento, fisico asciutto non particolarmente atletico, capelli brizzolati, viso regolare incorniciato da una barba ben curata sale e pepe. Insomma un uomo elegante che non passa inosservato e dal forte potenziale attrattivo da parte femminile.

Separato da alcuni anni, con un figlio di dieci anni che vive con la mamma a Roma, dove la donna lavora come funzionario  presso l’Ambasciata francese.

Le apparenze e i comportamenti nei confronti del prossimo potrebbero far pensare a un temperamento disinvolto e sicuro di sé. Non è affatto così: Massimo è una persona fondamentalmente riservata, introversa e, tutto sommato, timida e insicura, probabilmente conseguenza del fallimento del suo matrimonio.

Non poca sofferenza gli ha procurato l’allontanamento del figlio e della moglie che ha anteposto agli affetti e a una vita tranquilla le sue ambizioni di carriera.

Nello stesso palazzo dove ha sede l’Athena, Massimo, che è architetto, lavora presso uno studio di arredamento d’interni.

I clienti, tutti piuttosto economicamente agiati, cercano soluzioni di arredo prestigiose e all’avanguardia per i loro appartamenti.

Il caso vuole che l’uomo sia un appassionato di letteratura e storia dell’arte. E che gli si offra l’occasione di nutrire questo suo desiderio di cultura.

Sono proprio i corsi tenuti presso l’Athena da Barbara e Francesca. E il calendario delle lezioni viene in suo aiuto.

Barbara tiene il suo corso il venerdì alle 17 e Francesca, a seguire, alle 18.

E così, ogni venerdì, puntualmente alle 17, Massimo lascia in anticipo l’ufficio e ritorna a scuola, prende posto nel suo banco e da scolaro diligente soddisfa la sua sete di conoscenza e apprendimento.

Una serata insieme

Le due insegnanti sono brave, competenti con in più una capacità comunicativa e di stimolare l’attenzione che fa molta presa sugli studenti. Massimo ne è addirittura rapito e affascinato.

Le lezioni sono riprese da poco, verso la metà di ottobre.

 Un venerdì, al termine del suo corso, Barbara rimane in aula, aspetta che Francesca termini la sua lezione per andar via insieme.

Alla fine della lezione, dopo che tutti gli studenti sono andati via, Massimo si avvicina a Francesca.

Le parla confidenzialmente con il tu, come del resto tutti gli studenti del corso dove la docente ha saputo creare un’atmosfera di cordiale amicizia.

“Francesca, ti ricordo di averti chiesto la volta scorsa degli appunti di approfondimento sulle Metamorfosi di Ovidio”.

“Hai ragione, me ne sono scordata. Te li porto la prossima settimana”.

“Veramente…non lo so…vorrei approfittare di questa settimana per studiarli poiché non ho molti appuntamenti di lavoro”.

“La soluzione c’è ed è semplice. Se non hai nient’altro da fare per stasera, vieni da me, non abito lontano, sto a San Martino, ci andiamo a piedi”.

“Ehm, veramente, non vorrei disturbare”.

“ Ma quale disturbo, anzi è l’occasione per fare due chiacchiere in un ambiente meno…formale”.

E c’è anche Barbara. Lei nei fine settimana, viene a stare… con me”.

“Ah…va bene”.

Massimo non sa come interpretare quel “viene a stare con me”. Comunque non sono fatti che lo riguardano. Prenderà gli appunti e andrà via.

I tre escono dal palazzo, con i gazebo dei bar della piazza pieni di tavolini tutti occupati e si dirigono verso via Scarlatti. 

Poi salgono sulle due scale mobili e si ritrovano davanti alla funicolare di Montesanto, prendono una scorciatoia e si ritrovano in via Tito Angelini.

Intanto, le due donne hanno confabulato tra di loro del più e del meno e lui si è tenuto discretamente da parte. L’aria è umida, tipicamente autunnale e minaccia pioggia.

 Sono arrivati.

Francesca abita in una palazzina stile Liberty che da un lato affaccia sullo stesso panorama che si gode dalla terrazza di San Martino: la città di sotto con il perimetro del centro storico che una volta delimitava, alcuni metri sottoterra, la Neapolis greco-romana. Di fronte, la collina di Capodimonte con la Reggia che si staglia in alto con il suo colore rossastro.

Tutta questa  bellezza si gode dal soggiorno della casa di Francesca per mezzo di un’ampia vetrata che si affaccia su un balcone. C’è un grande divano a L e, di fronte, una libreria a tutta parete con un numero impressionante di libri.  Di lato un tavolo con lume spiovente, più avanti il vano cucina, il bagno e la camera da letto. In fondo un altro bagno di servizio e la cameretta della figlia di Francesca che la ragazza occupa quando torna a Napoli da Londra.

“Eccoci”. Francesca precede Barbara e Massimo.

“Complimenti” esclama l’uomo, “Me l’immaginavo così la casa della mia prof., la casa raffinata di una donna colta e intellettuale”.

La dimestichezza con cui Barbara si muove nell’appartamento, la disinvoltura con cui entra in camera da letto e poi ne esce, fa pensare a Massimo che le due donne vivano insieme.

Ma non sono fatti che lo riguardano.

Tra poco prenderà gli appunti e andrà via.

Barbara intuisce una punta di imbarazzo nell’uomo e interviene con franchezza: “Che c’è, mio caro studente, a  cosa stai pensando? Ti do subito la risposta. Io e Francesca stiamo insieme, ci amiamo da due anni, da quando ci siamo accorte nel nostro intimo che stava avvenendo qualcosa di inaspettato e nello stesso tempo di magico. Ci siamo stupite nel riscoprire in noi una sessualità repressa per tanto tempo. Le nostre vicende familiari  ci hanno tratto in inganno, facendoci credere di poter vivere una vita diciamo, tra virgolette, normale. Ma siamo state fortemente deluse da un contesto conformista e omologato dalle convenzioni sociali e, ancora di più, da uomini sbagliati e inadeguati. La nostra è stata una scelta dettata da uno spirito battagliero e desideroso di emancipazione e di indipendenza”.

Massimo ha ascoltato attentamente.

 “Ok, capisco perfettamente. Ma ora, scusatemi, devo andare”.

“Ma no, dai, dal momento che sei qui rimani a cena con noi, ci fa piacere, vero Barbara?”.

E la donna, più che mai disinvolta: “Sicuro, non ci facciamo scappare l’occasione di stare qualche ora con una persona gentile e raffinata. E Massimo lo è”.

“Grazie per gli apprezzamenti, sono lusingato. Ognuno di noi ha più o meno spiccata nel suo animo la capacità di vivere sensazioni, sogni, desideri con gli occhi dell’altro sesso”.

“E questo lo abbiamo capito – ribadisce Francesca -, ti abbiamo studiato psicologicamente io e Barbara. Indubbiamente sei una bella persona, dentro e fuori”.

Barbara la interrompe. “Dai, non esagerare, altrimenti lo mettiamo in imbarazzo. Bene, allora mettiti comodo, comincia a consultare gli appunti mentre noi prepariamo la cena”.

La tavola è stata preparata con gusto ed eleganza e la cenaè  più che gradevole : vermicelli al sugo con polipetti, rombo al forno con limone e da bere un ottimo vino chardonnay del Veneto. 

Per concludere, Cantuccini con passito di Pantelleria.

Da questi particolari, Massimo si convince ancor più della sobrietà e dell’alto  livello sociale e culturale di Francesca e Barbara.

Nel dopo-cena le due donne e l’uomo si dispongono a una chiacchierata piacevole e erudita sulle loro preferenze artistiche e letterarie.

 E qui siamo nel campo di interesse di Francesca e Barbara che, scherzosamente, fanno una specie di esame a Massimo sul suo grado di apprendimento ai corsi.

“Beh, diciamo che hai raggiunto un buon grado di apprendimento, considerando i corsi dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno. Che dici, Barbara, se lo merita un bel voto?”.

“Ma sì, dai, il ragazzo è diligente e si applica”.

Massimo osserva le due donne mentre ridono, le guarda, ne scruta la fisiognomica e  la prossemica. Ne rimane quasi rapito.

Intanto fuori si scatena un temporale violento, l’autunno reclama attenzione presentandosi con i dovuti crismi.

“Accidenti che pioggia, devo andare…”.

Barbara e Francesca si danno un’occhiata che è come un cenno d’intesa.

“Senti, interviene Francesca, tu sei a piedi ed è impensabile che possa uscire. Abiti in via Manzoni e io non ho nessuna voglia di mettermi in macchina con questo temporale”.

“Quindi, aggiunge Barbara, rimani a dormire qui, è tutto semplice e informale, e indica il divano letto. Domani è dato bel tempo e potrai tornartene tranquillamente a casa”.

Gli occhi neri profondi e sorridenti di Barbara non gli lasciano scampo.

“Ok, va bene”. Massimo però in cuor suo è interdetto. Tutto sta avvenendo  in modo strano, come se una regia invisibile stesse mettendo in scena un film dal finale indefinito.

Come si svilupperà questa sceneggiatura?

Ma forse Massimo se li sta girando lui i film, nella sua testa…

Detto fatto.

 Francesca prepara il divano letto e prende una coperta. “Non penso che abbia bisogno del pigiama. In bagno ti lascio  uno spazzolino nuovo, puoi usarlo per lavarti i denti e in più un asciugamano grande e uno per l’igiene intima”.

Tutto perfetto. L’oscura trama va dipanandosi. Ma dove andranno a parare i nostri tre protagonisti?

“Buonanotte allievo, noi siamo abbastanza stanche, andiamo a riposare, a domani.”

“Buonanotte…”.

Dopo un po’ l’uomo è disteso sul divano ma non riesce a prendere sonno.

Che sta succedendo?

O meglio, si aspetta che succeda qualcosa?

La notte

Fuori continua a diluviare, ‘o pata pate ‘e ll’acqua, come si dice a Napoli. Fulmini e tuoni regalati senza risparmio da una notta d’autunno.

Folate di vento sciroccoso si rovesciano sulle vetrate del soggiorno.

Massimo non riesce a prendere sonno.

 Poco prima ha udito dei suoni, delle voci provenienti dalla camera da letto, forse sussurri d’amore? 

Lo hanno reso  inquieto. Si alza, cerca gli interruttori delle serrande, le abbassa poi torna a letto ma non c’è verso di rilassarsi e consegnare il suo corpo a Morfeo.

Dopo un po’ Giove Pluvio sembra voler fornire una tregua e assopisce il suo impeto temporalesco.

L’uomo si alza, va in bagno. L’ampio specchio gli rivela che è in preda a profondo turbamento fisico, oltre che mentale.

 Il volto è segnato,  incerto e dubbioso. Si chiede se possa accadere qualcosa  di lì a poco. Non ha l’intraprendenza di chi, sicuro di sé,  rompe gli indugi e passa all’azione. Attende…

Lui non è certo un maschio di tipo alfa, e non è più un ragazzo. É discreto, capace di celare i suoi sentimenti e i desideri che covano dentro di lui e che aspettano solo l’occasione per esprimersi.

 Lui deve essere incoraggiato, dopo di che potrà esternare in pieno il suo carattere passionale.

Continua a guardarsi allo specchio, sempre più nervoso.

“Sei uno stupido, cosa ti aspetti che accada? Devi solo ingabbiare nella tua mente un sogno erotico che non si avvererà.”

Massimo è uscito dal bagno, passa davanti alla porta della camera da letto.

La porta non è perfettamente chiusa, c’è un piccolo spiraglio che lascia passare dall’interno una luce tenue e soffusa.  Non altro. Non  permetterebbe mai  a sé stesso di aprire quella porta, non è nelle sue corde di uomo discreto e misurato. Si limita a immaginare due bellissimi corpi femminili abbracciati teneramente.

Si ritrae, un passo indietro.

Cosa mi sta succedendo?  Devo calmarmi, ora torno a letto, non è successo nulla. É un brutto scherzo, sto solo sognando.

In preda al suo delirio crede di sentire delle voci…

“Sei un uomo affascinante e discreto, vorremmo fare l’amore con  te, purtroppo non è possibile, Il tempo ci ha cambiato. Ci dispiace che tu debba pagare le colpe di altri uomini, ci dispiace… Ma noi sappiamo che tu sei diverso, e saprai ricordare questa notte come  una perla in uno scrigno prezioso”.

Massimo ora si rivolta nel letto, madido di sudore, desidera la bocca delle due donne, immagina di baciarle con passione. Sembra che il tempo  si sia fermato condensandosi come fotogrammi su di loro, teneramente abbracciate.

In una frazione di secondo o in un tempo infinitamente lungo Massimo immagina di essere  per le due donne solo un oggetto di piacere. Si sente in un certo senso umiliato. Non lo sa. Forse riuscirà a capire meglio quando riemergerà da questa specie di trance.

E sente, nel delirio onirico che continua a tormentarlo, ancora delle voci… “Massimo, so che sei amante della bellezza.  Qualunque cosa tu stia pensando, per noi non ha nulla di riprovevole o volgare perché per noi rientra nei canoni stessi  della bellezza intesa come opera d’arte.  Ti abbiamo regalato una notte di fantasie trasgressive, di libero pensiero, ma non crucciarti se ti sei lasciato andare e non sentirti sconfitto.  Niente cambierà e tu, da uomo intelligente, saprai conservare idealmente nel corpo e nell’anima questa dono prezioso.”

Dopo la bufera la notte si è assopita e anche lui riesce ad assopirsi.

 Si convince che dopotutto ha vissuto  ad occhi aperti un bel sogno erotico, forse nella stanza aleggiava lo spirito di Freud, un sogno  dove sono riemersi i fantasmi del suo eros smarrito.

Epilogo

L’alba è ormai prossima e Massimo decide di andar via. Non vuole che il giorno, ormai prossimo, rubi la bellezza di un sogno intrigante e inaspettato, vissuto tra quelle pareti. Vuole conservarne la memoria nei percorsi magici dell’ignoto.

Si riveste e lascia un biglietto.

“Ciao, amiche care, grazie di avermi fatto viaggiare con voi  sull’onda di un sogno audace e inconfessabile.

 Vi chiedo scusa se la mia mente è entrata inopinatamente nella vostra intimità.

Vi ho reso inconsapevolmente partecipi  di fantasie oniriche  stupefacenti,  in piena libertà di sentimento.

Mi sono sentito parte di voi e ho condiviso nella mia anima la vostra felicità.  Conserverò per sempre nel mio cuore questo  diadema di pregiata bellezza.  Amore ed eros  corrono come  rette parallele, ma quando deviano e si intersecano,  nel punto d’incontro avviene il prodigio in cui anima e corpo si sublimano e volano  alto..

Vi sono grato per questo e vi ammiro  profondamente. Arrivederci a  venerdì prossimo a lezione”.

Le due donne dormono profondamente, lui prende gli appunti e lascia l’appartamento in punta di piedi, con passi felpati di gatto.

Fuori l’aria è umida e frizzante, dopo la notte di tempesta.

Tira su il bavero della giacca e arriva alla balconata di San Martino.

 Ammira le ombre della notte che si consegnano ormai al profilo del Vesuvio da dove emerge la nuova alba.

L’uomo, assorto nei suoi pensieri, riprende il cammino nel chiarore livido del mattino.

Immagini scelte da EleArt – In copertina: Le bisce d’acqua di Gustav Klimt – Particolare del Fregio di Beethoven

Le amiche di Gustave Klimt

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Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia, sono giornalista pubblicista dal 2012. Ho da sempre una passione smodata per l'arte, la letteratura, i fumetti, il Sol Levante e per i voli pindarici. Mi definisco una sognatrice razionale.