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Tra suggestioni antiche e incanto, “Claude Monet: The Immersive Experience” compie un anno

E’ straordinario il bilancio della mostra immersiva “Claude Monet: The Immersive Experience”, dedicata al fondatore dellʼ’ Impressionismo e visitabile ancora fino al 31 maggio (tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00 tranne il mercoledì), presso la Chiesa di San Potito a Napoli. Cifre da capogiro e affluenza record per una kermesse multisensoriale, che ripercorre le tappe più importanti della vita e della carriera di Claude Monet. Numeri che dimostrano, a un anno esatto dall’inaugurazione della mostra, come la cultura possa sposare le nuove tecnologie e richiamare l’attenzione di un pubblico partecipe e entusiasta.

Per un anno, dunque, la chiesa di San Potito, scrigno di arte e di storia nel centro storico di Napoli, affidato all’associazione “Ad alta voce”, il cui Presidente è il Maestro Carlo Morelli, ha dato lustro e valore aggiunto ad un evento imperdibile.

 Un percorso del cuore, reso possibile da un solerte lavoro di squadra, complice una macchina organizzativa perfetta, la professionalità di Exihibition Hub, società di Bruxelles specializzata nella progettazione e produzione di mostre immersive, l’aiuto di Dirty Monitor, specialista in mappatura e riproduzione audiovisive, l’ausilio del creatore dell’evento Mario Iacampo e il rigoroso lavoro dellʼUfficio Stampa (la Dottoressa Emma di Lorenzo).

Molto interessanti le visite guidate a cura dell’Associazione “L’Arte nel Tempo”, partner della mostra, che completano un itinerario affascinante e ricco di spunti di riflessioni.

“Claude Monet: The Immersive Experience” si fonde con il luogo in cui si trova, la monumentale Chiesa di San Potito, rendendo l’esperienza suggestiva e unica. Come sottolineato dalla dottoressa Nunzia Scutto, che fa parte del team che si occupa anche del Bookshop, il bilancio della mostra immersiva è stato sorprendente sotto molteplici punti di vista, ed assume un valore ancora più profondo, visto che una parte dei proventi sarà devoluta proprio per il completamento del restauro della chiesa seicentesca.

Un segnale di rinascita, dunque, nel segno di “quell’impressione” che è sguardo malinconico sulla caducità della vita, marchio effimero che, pur tuttavia, rende degna di essere vissuta e straordinaria l’esperienza dell’uomo qui, sulla terra.

Con la sua pittura, Monet spalancò le porte di una nuova era artistica.

 Nessuno prima di lui era riuscito a cogliere con tanta semplicità e intensità lo splendore fugace della luce, metafora perfetta della nostra condizione umana.

All’ingresso, i visitatori sono accolti dalle suggestioni di un angolo dell’amatissimo giardino della dimora di Giverny, lo stesso che raccolse i segni di una vita, quella del suo proprietario, che riprendeva il suo corso dopo una serie di tragici lutti, un’esistenza tumultuosa ma ricca di cose inaspettate. E bellissime.

“A volte la luce sa essere terribile”, diceva il grande artista, sottolineando così, metaforicamente, le umane fragilità, le cadute e le rinascite che caratterizzano il nostro viaggio terrestre.

 Un monito prezioso per i tempi che stiamo vivendo.

La realtà virtuale stimola, così, la fantasia di chi visita la mostra, adatta anche ai più piccoli che avranno, a loro diposizione, un’intera area ludico-interattiva.

Valore aggiunto di questa immersione nell’incanto delle opere di Monet, la bella colonna sonora di Michelino Bisceglia, che traghetta i visitatori in un mondo onirico, senza tempo, alla riscoperta delle regioni più segrete del nostro cuore, quelle in cui vivono ancora le persone che abbiamo amato e sopravvivono i momenti più emblematici della nostra esistenza.

Un modo originale per riscoprire il fascino senza tempo di Claude Monet. Una sfida vinta, che pone Napoli come capitale dell’arte contemporanea, in tutte le sue sfumature. Un compleanno memorabile.

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Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia, sono giornalista pubblicista dal 2012. Ho da sempre una passione smodata per l'arte, la letteratura, i fumetti, il Sol Levante e per i voli pindarici. Mi definisco una sognatrice razionale.