Arte - Il caleidoscopio

Procida, “L’aquilotto insanguinato” di Lino Zaccaria presentato nell’ ambito della kermesse “Una vita per la cultura”

Appuntamento di grande spessore presso l’Hotel “La Vigna” di Procida, scenario ideale di un happening letterario suggestivo ed intenso.

“Una vita per la cultura” è il titolo scelto per questa kermesse condotta da Stefania Colangelo e che omaggia Procida nell’anno che la vede eletta a Capitale della Cultura. All’evento erano, così, presenti Dino Ambrosino, il sindaco di Procida, e le autorità locali.

Tanti i riconoscimenti e i premi fra questi quello all’imprenditore Gennaro Bartolomucci, a Nicolò Botta, alla scrittrice Annarita Briganti, all’avvocato Ivano Chiesa, al presidente Aurelio De Laurentiis, al chirurgo Vincenzo D’Alessandro, alla stilista Anna Fendi, al principe Guglielmo Giovanelli Marconi, all’imprenditrice Biancamaria Lucibelli, all’editore Pietro Graus, all’imprenditrice Sara Iannone, al console generale Maxim Kovalenko, alla docente Agata Zanfino.

Dopo la premiazione, nel pomeriggio, è stato poi presentato il libro di Lino Zaccaria, L’ aquilotto insanguinato (Graus Edizione).

All’incontro, moderato dalla giornalista Tjuna Notarbartolo, erano presenti il professore Guido Trombetti, il magistrato Sergio Zazzera e il giornalista Domenico Ambrosino. Le letture sono state affidate a Antonio Leccisi.

Un testo potente, che ben descrive la parabola – umanissima- di un personaggio emblematico del nostro Medioevo: Corradino di Svevia.

Ci sono storie che sembrano davvero tracciate dal destino, il cui epilogo luttuoso appare quasi inevitabile. In questo senso, la vicenda ivi raccontata è esemplare. Su Corradino si è detto tanto e al contempo troppo poco. Le fonti dirette sono scarse anche per colpa di un incendio che ha distrutto l’archivio angioino durante l’ultimo conflitto mondiale. Da giornalista tenace e appassionato, Lino Zaccaria non si è arreso e ha iniziato a suo modo un’indagine per ricostruire le vicende di Corradino, l’ultimo rampollo di casa Hohenstaufen, sceso in Italia per rivendicare il trono usurpato da Carlo D’Angiò. Corradino restò vittima di un vortice di passioni, ambizioni e beffe del destino.

Una vicenda che lʼautore affronta con mirabile sintesi storica, permettendo anche al lettore che ha poca dimestichezza con la storia, di seguire le gesta di questo personaggio. Il sogno di Corradino tramonta a Tagliacozzo, in Abruzzo, dove la ragnatela del Fato lo intrappola, consegnandolo – tuttavia – alla leggenda. In fuga sul litorale laziale, il ragazzo venne tradito dall’anello imperiale che portava al dito e catturato da Giovanni Frangipane. Che ruolo ha avuto quest’ultimo, che un tempo era legato agli Svevi, in questa storia nel suo macabro epilogo? Se lo chiede anche Lino Zaccaria, ponendo in una sorta di serrato confronto all’americana, le tesi di quanti appoggiano Giovanni Frangipane e di quanti, invece, lo condannano senza appello.

Il volume offre altre mirabili pagine, che superano la trattazione storica e abbracciano un orizzonte più vasto, che spazia dal ricordo personale di unʼ infanzia coltissima trascorsa ad ascoltare, fra le altre, la storia di Corradino – magistralmente raccontata da papà Francesco – alla letteratura, compiendo persino un’incursione astrologica un po’ corsara, grazie al contributo di Ciro Discepolo che descrive il quadro astrale dello sfortunato protagonista, che avalla la tesi di un epilogo violento inevitabile, già scritto. Infine, come valore aggiunto, una bella intervista alla medievalista Gabriella Piccinni.

Un saggio altamente consigliato e che ha concluso una magnifica giornata allʼ’ insegna della cultura.

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Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia, sono giornalista pubblicista dal 2012. Ho da sempre una passione smodata per l'arte, la letteratura, i fumetti, il Sol Levante e per i voli pindarici. Mi definisco una sognatrice razionale.