Cultura - Il viaggio dell'Eremita

Buon compleanno EleArt- la kokeshi blu!

Ogni giorno si nasce 
perché è il primo giorno della vita che vivrai. 
Ogni giorno si muore perché è il primo giorno della vita che hai vissuto.

(da “Frammenti -Pensieri tra realtà e immaginazione” di Pino Zecca – Turisa Editrice)

Come vuole il funambolico Cappellaio Matto partorito dalla fantasia di Lewis Carroll e reso immortale dal genio di Walt Disney, quando si racconta una storia, occorre iniziare dal principio. Un concetto facile facile e pur tuttavia mai lineare o davvero semplice (Ah, la saggezza inascoltata delle fiabe!)

Un anno fa iniziava unʼavventura. Quella del mio blog. Unʼidea nata quasi per gioco e che ha poi seguito sentieri spesso imprevedibili. E ricchi di emblematiche soddisfazioni.

Certo, la pecunia resta una terra sconosciuta… ma non ci diamo per vinti!

Avrei voluto festeggiare questo giorno in modo diverso e come sempre le infide stelle ci hanno messo lo zampino. Mi ostacolano e io ricorro a qualche prestigio per tenere loro testa. Su questo sciagurato equilibrio si regge l’ordine del  mio mondo.

 Ma è soltanto un appuntamento rimandato.

Anche la kokeshi lo sa. E sorride.

Quando ho iniziato a mettere nero su bianco le prime parole di questo spazio, ero in un momento particolare della mia vita. La pandemia, che ci ha travolto e stravolto, aveva bloccato per mesi alcune faccende lavorative, tolto forza e entusiasmo ai miei sogni. Ancora adesso, alcuni progetti professionali sono in stand by.

Attorno a me, i forzati del divertimento brindavano alla fine di un brutto periodo, danzando persino sui morti andati via male e troppo presto. Illusi!

Sentivo crescere dentro di me la sensazione del fallimento, personale e collettivo, e con essa il disprezzo per un mondo che non sentivo più mio. E che forse non ho mai sentito tale.

Ho sempre pensato di aver sbagliato epoca. Un paio di delusioni personali (non sentimentali, sia chiaro per i “malpensanti, infingardi anche loro”!) mi avevano toccato nel profondo. Per l’ennesima volta nella mia vita mi ritrovavo ad aver dato mille e ad aver ricevuto in cambio… inutile continuare.

 Tuttavia, a differenza del passato, questa volta non mi sentivo inadeguata. O sbagliata. Anzi.

E cresceva dentro di me quella rabbia che io definisco salvifica. Perché ti permette di rialzarti sempre, di non chinare mai la testa.

Ho scritto in quest’anno. Tanto. Ho presentato autori bravissimi e sono diventata un’autrice. Hanno preso vita le mie amatissime ʻʻRegine di Cuori e Inganni d’Autunnoʼʼ (Turisa Editrice), poi sono arrivate l’antologia ʻʻIl Volo dei Colibrìʼʼ (sempre Turisa Editrice) che ho realizzato con due amiche preziose, Mirella D’Orsi e Giuseppina Maietta e “La Strega Salina” (presente nelle ʻʻFiabe della buonanotteʼʼ della Rudis edizioni). Sono comparsi Elfo n.8 e la misteriosa Eva, personaggi conturbanti e perturbanti, un po’ tignosetti, apparsi nei deliziosi volumi realizzati da LetteraturaHorror.it.

Ho passato buona parte della mia vita a combattere contro il pregiudizio, la cattiveria della gente, quasi sempre da sola. L’esercito di fedeli adepti che è arrivato, si è formato perché ha visto il peso di quelle battaglie. E la mia capacità di scendere in campo comunque.

 Nel nome di una patologia autoimmune, la tiroidite di Hashimoto, gestibilissima ma riconosciuta troppo tardi e non compresa sino in fondo, ho conosciuto il peggio delle persone. E il meglio di me stessa. E perso molte cose. Come la speranza di diventare una campionessa di basket.

Per molto tempo mi hanno detto che non ero abbastanza. Non ero abbastanza bella, non ero abbastanza magra, non ero abbastanza socievole, non ero neppure abbastanza “colorata” (me lo dicono anche adesso e non vedo l’ora che finisca l’estate per non sentirmi più dire con quella risatina malefica “Ma come sei pallida…”, eppure la pelle di luna era simbolo di nobiltà! Poi uno dice: Ma ti piacciono i Romanov ?! O Romanovy come sarebbe più corretto scrivere. Si scherza, lo sottolineo per tutte le persone sprovviste di ironia e per i radicali chic perennemente accigliati!).

In pratica, era perennemente colpa mia. Ma il convivere con le bizzarrie della patologia autoimmune ti mette di fronte ai limiti, anche cognitivi, delle persone e ti porta invece a scoprire una forza indomita dentro di te. Ed è da quella che sono ripartita.

La mia determinazione, il mio coraggio hanno avuto la meglio. La riconoscenza per la magia della Vita non è mai venuta meno.

Il bruco è diventata farfalla. L’ultima della classe è diventata una sorta di leader carismatico.

Ecco le meraviglie di una vita ricca di opportunità, malgrado tutto. Basta saper puntare sulla propria forza.

E così, tutto quello che ho fatto è stata una risposta a quel dolore, a quelle cattiverie. Volevo distruggere la Ruota, volevo spezzare la maledizione. Quel tu non puoi, non sei abbastanza, sei diversa che tanto dolore ha provocato.

Il non dimenticare non è un atto di presuntuoso vittimismo, ma è un tributo a quella ragazzina indifesa, a tutti gli indifesi. E un monito. È un modo per rendere onore alla storia che è stata. Nel male ma anche nel bene.

 Perché quando ho incontrato sul mio cammino qualcuno in grado di credere in me senza riserve e senza pregiudizi, quella scintilla ha dato vita a un nuovo frammento di storia. Un capitolo più bello. Più consapevole. E a queste persone devo un grazie imperituro. Nonostante il mio delizioso ju-on nipponico, e con lo stesso ardore, onoro la lealtà, che è tutto per me.

 Ci vuole una sana dose di follia, o di coraggio, o ancora di spregiudicatezza, per svelarsi così impunemente. Sarebbe più facile, più rassicurante, affermare di aver vissuto in un mondo dorato. Ma così farei torto a me stessa e non sarei di aiuto a chi si trova in un momento di estrema difficoltà. Non sono sempre stata la più bella e amata del reame. Ma anche questo mi ha reso la persona che sono.

Tutto sommato posso dire di essermela cavata… o no?

Il blog è figlio di questo percorso e parte integrante di una storia in divenire.

Il blu della kokeshi, secondo la tradizione giapponese, simboleggia il cammino un po’ malinconico, mai pago e mai finito dell’Eremita, la carta associata al mio segno zodiacale (Vergine). Ma anche la dolcezza, l’eterna giovinezza del cuore e dello spirito, e la forza delle Donne.

Per questo quando ho partecipato al Festival dell’Oriente, nel 2017, e ho intravisto nei pressi dello stand nipponico la kokeshi blu, incantevole bambolina fra mille altre bamboline, è stato amore a prima vista.

Nel Giappone di un tempo, il blu era il colore delle persone comuni, che per legge non potevano ostentare colori vivaci, prerogativa dell’Imperatore e dei notabili.

Eppure, artisti, fumettisti, poeti e disegnatori, persone comunissime, hanno dato vita al glorioso Rinascimento del Sol Levante dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Così, questa di Eleart- La kokeshi blu per cultura arte e attualità è la storia di un riscatto.

Con affetto

Eleonora

Giornalista

Scrittrice

Direttore Artistico

Editor

Blogger

Fattucchiera

Astrologa sportiva

Narratrice

E tanto altro ancora…

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Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia, sono giornalista pubblicista dal 2012. Ho da sempre una passione smodata per l'arte, la letteratura, i fumetti, il Sol Levante e per i voli pindarici. Mi definisco una sognatrice razionale.