Cultura - Il viaggio dell'Eremita

Appuntamento con Angela Cascella da “IoCiSto” per parlare di scuola e di cultura

A pochi giorni dall’inizio della scuola, un’importante presentazione ci ricorda il valore di questa istituzione, ultimo baluardo contro la decadenza morale e sociale.

 “Finché c’è scuola c’è speranza – Per piantare l’albero della tolleranza, della condivisione e dell’inclusione” (L’Erudita Edizioni) scritto con passione dalla docente e giornalista pubblicista Angela Cascella, è stato presentato presso la libreria  “IoCiSto”.

Con Angela Cascella erano presenti la Dottoressa Paola Carnevale e la Dottoressa Monica D’Angelo.

Il saggio pone ai lettori un interessante focus sul rapporto, sempre più complesso, tra scuola e società. Soprattutto alla luce degli inediti scenari causati dalla pandemia.

Già dal titolo, così significativo, è evidente lʼobiettivo dellʼopera: la scuola come luogo dove apprendere il valore salvifico e rigenerante della tolleranza, della condivisione e dellʼinclusione.

Le emozioni, il vissuto, di una docente e di una dirigente, sono donati al prossimo in modo empatico e genuino.

“Chi insegna sa che la parola è il fondamento  della conoscenza, sa che la parola è  strumento che veicola informazione che costruisce  la comunicazione  scrive Angela Cascella in uno dei passaggi più emblematici del volume.

Un diario che è al contempo resoconto e inchiesta sul mondo della scuola.

Con grande pertinenza si affrontano anche temi delicati come lʼinclusione e la decisa volontà di porre un freno alla piaga del bullismo, proponendo soluzioni efficaci che ben rivelano la professionalità e l’umanità dell’autrice.

Sono, inoltre, analizzate con grande rigore le leggi attualmente in vigore  in materia di legislazione scolastica e lo stato (non certo lusinghiero) delle scuole italiane, come sottolineato anche dal giornalista Giuseppe de Silva, autore di un capitolo ad hoc su questa annosa situazione.

Infine, i contributi di Paola Ambrosio, Anna Borriello e Leonardo Abazia, donano valore aggiunto ad un testo che si legge piacevolmente.

Come ribadito nel corso della presentazione, il saggio vuole sfatare stupidi luoghi comuni sui docenti, che invece sono chiamati di sovente a sopperire alle mancanze, ingiustificabili, della famiglia, ponendo l’accento sulle difficoltà di dirigenti scolastici e docenti lasciati troppo spesso soli.

Nella sua staticità, la scuola era così la radice simbolica di una società che cambiava lentamente. Ora, invece, come sottolineato dalle relatrici, si pretende troppo da essa senza pur tuttavia investire adeguatamente sugli insegnanti, sulla loro formazione e – perché no – sulla loro motivazione.

Ma l’autrice è decisa a non arrendersi e a dimostrare che è possibile ancora un’inversione di tendenza. E il segnale parte proprio dalle nuove generazioni e dalla presenza a questo incontro di due alunne che hanno letto alcuni brani del volume e sono intervenute con viva partecipazione al dibattito.
La speranza, allora, si lega alla possibilità di una storia diversa. Tutti insieme.

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Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia, sono giornalista pubblicista dal 2012. Ho da sempre una passione smodata per l'arte, la letteratura, i fumetti, il Sol Levante e per i voli pindarici. Mi definisco una sognatrice razionale.